Testo completo
title
Già intorno al 200 a.c. il territorio di recale era attraversato da diverse popolazioni (Osci, Umbri; Mamertinie Sanniti). Dai “Commentalis” di Galeno, medico e storico greco,si apprende che nel territorio campano (ager campanus) si insediarono popolazioni di stirpe tirrenica (i Tirreni) i quali erano soliti costruire delle strutture difensive dette “Turri” che sormontavano gli argini dei fiumi. Dagli scritti dello storico Alessio Simmaco Mazzocchi (1500) si apprende che due “Turri” sorgevano nel territorio di recale in un punto che può essere individuato nella zona ove attualmente passa l’autostrada Roma-Napoli, sull’argine di una delle tante rientranze del Rio Calani a difesa di una antica strada della via Viria sul cui tracciato i Romani avrebbero successivamente costruito la via Appia .
La prima testimonianza scritta nella comparsa del nome di recale risale al 780 d.c. circa, allorquando in corrispondenza delle antiche “Turri Tirreniche” i longobardi, popolazione di origine germanica, si insediarono dando luogo ad un aglomerato che fu denominato “fara Raechelis”appartenente al ducato di Capua. La Farae erano piccoli gruppi a carattere famigliare con organizzazione sociale ed economica autonoma e con specifiche funzioni militari di difesa. Intorno all’anno 1100 Fara Raecholis mutava il nome in Santa Maria Pietatis Reacholis per opera di alcuni monaci eremitani che si erano stabiliti in quel territorio.
Per diversi secoli Recale,continua la sua vita di piccolo centro centro rurale divenendo nella seconda metà del XVIII secolo, sede di una residenza reale. Agli inizi del 1800, allorquando Giuseppe Bonaparte prima e Gioacchino Murat dopo salivano sul trono di Napoli, era ancora un piccolo paese del circondario di Marcianise.
All’epoca contava circa 1200 abitanti.Le attività economiche principali erano quella agricola (canapicoltura), quella artigianale e commerciale. Le condizioni di lavoro erano particolarmente scadenti, la gran parte degli abitanti lavorava nelle vasche d’acqua dall’alba al tramonto; un bracciante guadagnava 2 carlini al giorno (ne occorrevano in media 3 per mangiare). L’alimentazione era molto frugale, soprattutto erbe, legumi, pane e formaggio.Carne e pesce erano alimenti alla portata dei soli ceti abbienti.
L’assistenza sanitaria a quei tempi era invero insufficiente.Recale contava un medico,uno speziale (farmacista),un’ostetrica e due salassatori. Il popolino per motivi sia culturali che economici,si rivolgeva a quella che potremmo definire” medicina alternativa “ costituita dai segretisti (sorta di stregoni che preparavano porzioni misteriose) e dai conciaossa.
Si intuisce così,facilmente,come le malattie quali la tubercolosi e la malaria,si diffondessero agevolmente falcidiando la popolazione come avvenne nel corso di diverse carestie che si succedettero dal 1804 al 1811.